Chi soffre di rossori persistenti sul viso — soprattutto su guance, naso, mento e fronte — spesso si chiede se si tratti di una semplice sensibilità cutanea, di couperose o di una condizione più complessa come la rosacea.
1. Introduzione
Sebbene la causa esatta della rosacea non sia ancora del tutto chiarita, oggi la dermatologia concorda sul fatto che si tratti di una condizione multifattoriale, dove intervengono diversi elementi:
- fragilità vascolare, che rende i capillari superficiali più visibili e soggetti a dilatazione;
- iperreattività neurovascolare: una risposta eccessiva dei vasi sanguigni a stimoli come calore, stress, alcol o sole;
- alterazioni del sistema immunitario cutaneo, che innescano infiammazione;
- fattori genetici e ormonali;
La rosacea non è tutta uguale
Esistono diversi stadi evolutivi o forme cliniche, che possono anche sovrapporsi:
- eritrosica o vascolare (rosacea iniziale)
È la fase in cui si manifestano i classici arrossamenti temporanei o persistenti, soprattutto dopo esposizione al calore, alcol, cibi piccanti o raggi solari. - papulosa o pustolosa
In questa fase compaiono piccole papule o pustole infiammate, simili a brufoli, ma senza comedoni (punti neri). È la forma più nota e spesso viene scambiata per acne, da cui il termine “acne rosacea”. - ipertrofica (o fimatosa)
Meno frequente ma più severa: la pelle si ispessisce, in particolare sul naso (rosacea fimatosa o “rosacea naso”), con dilatazione marcata dei pori e ispessimento cutaneo.
Perché il sole gioca un ruolo così importante
Uno dei fattori che più facilmente scatena e peggiora i sintomi della rosacea è proprio l’esposizione ai raggi solari.
Diversi studi dermatologici hanno dimostrato che la radiazione ultravioletta (UV) provoca un duplice effetto: da un lato aumenta la dilatazione dei capillari superficiali, dall’altro stimola l’infiammazione cutanea, danneggiando le cellule della barriera protettiva della pelle. Nel tempo, questi meccanismi favoriscono il passaggio da una semplice couperose a una vera e propria rosacea papulosa.
Secondo la National Rosacea Society, 8 persone su 10 riferiscono che il sole è il principale fattore scatenante delle riacutizzazioni. E anche chi non ha ancora una diagnosi di rosacea può notare che, dopo una lunga esposizione solare, la pelle resta arrossata più a lungo e tende a diventare più sensibile.1
L’importanza della prevenzione
La buona notizia è che, conoscendo il ruolo dei raggi UV, è possibile interrompere questo circolo vizioso.
L’uso quotidiano di fotoprotezioni ad alta efficacia, formulate appositamente per pelli sensibili e predisposte ai rossori, rappresenta oggi uno dei pilastri della prevenzione dermatologica. Non si tratta solo di schermare la pelle dai raggi solari ma anche di rinforzare la microcircolazione cutanea, ridurre l’infiammazione e mantenere stabile la barriera protettiva.
Nelle sezioni successive approfondiremo come i raggi UV agiscono sui capillari e sull’infiammazione e perché la fotoprotezione funzionale, cioè quella che unisce filtri solari ad attivi antirrossore e antiossidanti, è la strategia più efficace per prevenire e curare la rosacea del viso.
2. Couperose e rosacea
La condizione nota come couperose e quella chiamata rosacea sono spesso confuse, perché entrambe interessano il viso e comportano rossore e capillari visibili. Tuttavia, è utile distinguerle per orientarsi meglio su prevenzione e trattamento.
Couperose
Nella couperose, il fenomeno principale è la dilatazione persistente dei piccoli vasi sanguigni superficiali (teleangectasie) con arrossamento della pelle — spesso sulle guance e sul naso — ma con scarsa o nulla componente infiammatoria evidente.
La pelle può apparire “sottile”, con vene a ragnatela visibili e reattività aumentata al caldo, al freddo o agli sbalzi.
Dal punto di vista visivo, nella couperose dominano le linee sottili dei capillari e l’arrossamento, senza granelli o pustole. Dal punto di vista sintomatologico, chi ha couperose può lamentare pizzicore, sensazione di calore o “bruciore” agli shock di temperatura ma non sempre presenta lesioni infiammatorie.
Rosacea
La rosacea, invece, è una vera e propria malattia infiammatoria cronica della pelle che interessa la zona centrale del volto (guance, naso, mento, fronte) e si manifesta non solo con arrossamento e capillari visibili ma anche (talvolta) con flush o vampate, sensazione di bruciore, sensibilità e nelle forme più avanzate con papule o pustole simili a brufoli.
Sono comuni sensazioni di bruciore o prurito, la pelle appare più “sensibile” e compaiono le lesioni (papule/pustole) o alterazioni più marcate del microcircolo.
Quando la couperose può evolvere in rosacea
Molti dermatologi considerano la couperose non tanto una condizione completamente distinta, quanto una fase iniziale o un segnale di rischio per la rosacea. In altre parole: una pelle con couperose presenta una vulnerabilità vascolare e cutanea che, se sottoposta a stimoli costanti o aggravanti (come esposizione solare non protetta, calore, stress, sbalzi termici), può evolvere verso una rosacea con maggiore infiammazione.
Alcuni punti chiave
- L’evoluzione a rosacea è favorita da stimoli cronici che attivano la vasodilatazione ripetuta, il rilascio di mediatori infiammatori e la compromissione della barriera cutanea; in questi casi si crea una condizione “causa-effetto a cascata” nella quale l’infiammazione dei capillari sanguigni si auto-alimenta.
- un’indagine ha rilevato che il 72% dei pazienti con rosacea ha riferito di essere passato da un sottotipo a un altro (ad es. da rosacea eritromato-teleangiectasica verso papulopustolosa)2
- rapporti clinici affermano che la couperose può presentarsi come “fase I” di rosacea (o zona di vulnerabilità) in pazienti che poi sviluppano arrossamento persistente, papule/pustole o modificazioni più strutturali.3
In pratica: se la pelle è soggetta a continuo “stress” (esposizione solare, caldo, vasi che si dilatano e restano dilatati), la couperose può instaurarsi e stabilizzarsi, oppure progredire: da qui la comparsa di arrossamento fisso, papule, aumento della sensibilità.
3. I raggi UV e la loro azione sulla pelle: dal rossore alla rosacea papulosa
Il sole e la luce visibile contengono diversi tipi di radiazione che possono agire sulla pelle: in primis parliamo di ultravioletto tipo A (UVA, lunghezza d’onda circa 320-400 nm) e ultravioletto tipo B (UVB, circa 290-320 nm). Alla stessa stregua, la luce visibile ad alta energia (in particolare la componente blu-vicina) è sempre più riconosciuta come co-fattore nella sensibilità cutanea.
Come il sole influenza la pelle sensibile
Nel contesto di una pelle vulnerabile queste radiazioni non sono innocue.
Per chi ha una pelle già delicata o soggetta a couperose e rosacea, questi stimoli rappresentano un vero e proprio “stress”. Gli studi dimostrano che le radiazioni UV e la luce visibile non si limitano a “scaldare”: innescano una serie di reazioni biologiche che, con il tempo, alterano la microcircolazione e favoriscono l’infiammazione cronica4.
Il primo effetto è la formazione di radicali liberi, piccole molecole instabili che si generano quando la pelle assorbe i raggi UV. Questi agiscono danneggiando proteine, lipidi e DNA delle cellule, in un processo noto come stress ossidativo. Quando l’esposizione si ripete spesso, la pelle perde la sua capacità di difendersi: si infiamma più facilmente e diventa iper-reattiva agli stimoli esterni.
Uno studio pubblicato nel 2024 ha confermato che la produzione costante di radicali liberi altera la risposta cutanea e accelera l’invecchiamento vascolare5.
Dal danno ossidativo al peggioramento dei rossori
L’irraggiamento UV stimola una vasodilatazione immediata: i capillari superficiali si dilatano, il flusso sanguigno aumenta e vengono rilasciate sostanze come istamina e ossido nitrico, che accentuano la sensazione di calore e rossore.
Nelle pelli con couperose o rosacea, dove i vasi sono già fragili, questo meccanismo si traduce in una visibilità maggiore dei capillari e in una reattività cutanea più intensa.
Ricerche promosse dalla National Rosacea Society hanno dimostrato che la radiazione UV può stimolare la produzione del VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), una molecola che favorisce la formazione di nuovi capillari e ne aumenta la permeabilità.
In altre parole, l’esposizione ripetuta al sole rende i vasi più numerosi ma anche più deboli e visibili6.
Con il tempo, le radiazioni ultraviolette attivano enzimi chiamati metalloproteinasi (MMP) che degradano collagene ed elastina, cioè le fibre che mantengono la pelle compatta e sostengono i capillari.
Di conseguenza, i vasi sanguigni perdono elasticità diventando più permeabili e si rompono facilmente, lasciando visibili le classiche teleangectasie (piccoli capillari superficiali dilatati che diventano visibili sulla pelle come sottili linee rosse o violacee, simili a una ragnatela) tipiche della couperose.
In una pelle predisposta — fragile, sensibile, con microcircolo già compromesso — questo insieme di reazioni crea un circolo vizioso: la barriera cutanea si indebolisce, i vasi restano dilatati, il rossore diventa costante e possono comparire papule e pustole infiammate.
È così che una couperose stabile può lentamente trasformarsi in una rosacea vera e propria, con sintomi più persistenti e difficili da controllare.
Gli UV, quindi, non sono un semplice fattore aggravante occasionale ma un co-fattore determinante nel peggioramento dei rossori cronici del viso. Per questo, la fotoprotezione quotidiana — anche nei mesi meno soleggiati o in città — è considerata oggi uno dei gesti più importanti nella prevenzione e nel controllo della rosacea.
4. Proteggere la pelle: prevenzione e fotoprotezione quotidiana
Una pelle soggetta a couperose o rosacea necessita di una routine quotidiana costante, orientata alla protezione, alla calma e alla ricostruzione della barriera cutanea. Non basta “curare” le fasi di rossore: l’obiettivo è prevenire ogni nuovo stimolo infiammatorio, mantenendo i capillari stabili e la pelle in equilibrio.
Routine ideale
La detersione deve essere delicata, priva di tensioattivi aggressivi e profumazioni forti. Sono consigliati detergenti cremosi o in mousse con pH fisiologico e senza alcol, seguiti da un’emulsione lenitiva con attivi calmanti come bisabololo, ceramidi, colesterolo e oli o burri vegetali.
Le linee guida dermatologiche confermano che una corretta idratazione, associata a filtri solari ad alta protezione, riduce la perdita d’acqua transepidermica e migliora la tolleranza cutanea.
Il ruolo cruciale della protezione solare, anche in città, in inverno e sotto la luce artificiale
La fotoprotezione, invece, è il gesto più importante. Come scritto all’inizio di questo articolo, numerosi studi hanno dimostrato che l’esposizione ai raggi UV e alla luce blu è uno dei principali fattori di peggioramento della rosacea.
Per questo, il filtro solare va applicato ogni giorno, anche in città, in inverno o sotto la luce artificiale: i raggi UVA e la luce HEV penetrano finestre e vetri, stimolando la vasodilatazione e l’infiammazione anche senza esposizione diretta.
Nel panorama delle fotoprotezioni ad alta tollerabilità, FLEBION 50 rappresenta un esempio di formulazione studiata proprio per le pelli sensibili e soggette a rossori.
La sua protezione solare ad ampio spettro (SPF 50) è garantita da una combinazione di filtri fotostabili — uvinol 150, uvinul 539 e titanio biossido — che schermano efficacemente sia dai raggi UVA che UVB, riducendo l’attivazione dei meccanismi infiammatori cutanei.
A questa azione si aggiunge una sinergia anti-rossore basata su escina, esperidina 1%, rutina 1% e bioflavonoidi, estratti vegetali noti per la loro azione vasoprotettiva e antinfiammatoria.
- Escina, derivata dall’ippocastano, migliora la tonicità dei capillari e riduce la permeabilità vascolare.
- Esperidina e rutina sono flavonoidi naturali che rinforzano le pareti dei vasi e contrastano la formazione di radicali liberi.
- I bioflavonoidi contribuiscono a modulare la risposta infiammatoria e lo stress ossidativo, due dei principali meccanismi che aggravano la rosacea.
La presenza di bisabololo, olio d’oliva, burro di karité, ceramide NP e vitamina E aiuta a lenire, nutrire e rinforzare la barriera cutanea, rendendo la formula adatta anche alle pelli più reattive.
La texture è leggera, senza parabeni, nickel tested e con profumo ipoallergenico, caratteristiche fondamentali per garantire alta tollerabilità e uso quotidiano anche nei soggetti più sensibili.
5. Curare la rosacea: il ruolo del dermatologo
La rosacea è una patologia cutanea cronica e recidivante: può migliorare o peggiorare nel tempo a seconda di fattori ambientali, ormonali e comportamentali.
Per questo motivo è fondamentale non affidarsi a rimedi generici o prodotti fai-da-te, ma rivolgersi a un dermatologo per una diagnosi corretta e un piano terapeutico personalizzato.
Molti casi di rosacea vengono inizialmente confusi con acne, allergie o dermatiti e ciò porta spesso a trattamenti inadeguati che possono peggiorare la situazione — per esempio, l’uso di creme troppo occlusive, peeling aggressivi o corticosteroidi topici non indicati.
La diagnosi: capire il tipo di rosacea
Il dermatologo valuta la forma clinica predominante (eritrosica, papulosa, o fimatosa) e il livello di infiammazione, oltre ai fattori scatenanti individuali.
Questa classificazione consente di impostare trattamenti su misura, che combinano prodotti topici, terapie sistemiche e misure di prevenzione quotidiana.
Nella maggior parte dei casi, la gestione della rosacea mira a ridurre l’infiammazione, controllare la vasodilatazione e rafforzare la barriera cutanea.
Tra gli strumenti più efficaci rientrano:
- farmaci topici (come metronidazolo), utili per ridurre i batteri e l’infiammazione;
- antibiotici sistemici (es. doxiciclina a basso dosaggio), impiegati nei casi papulopustolosi più severi per la loro azione antinfiammatoria, non solo antibatterica;
- nei casi avanzati, terapie fisiche o laser vascolari, come laser a colorante pulsato (PDL), Nd:YAG o luce pulsata intensa (IPL), che aiutano a coagulare selettivamente i capillari visibili e migliorare il tono della pelle
Fotoprotezione e mantenimento
Una volta controllata la fase infiammatoria è essenziale mantenere i risultati e prevenire le ricadute. Qui entra in gioco la fotoprotezione quotidiana, considerata parte integrante del protocollo terapeutico della rosacea da tutte le principali linee guida internazionali.
I raggi UVA e la luce blu restano tra i principali fattori di riacutizzazione: anche un’esposizione breve può innescare vasodilatazione e flare-up in soggetti predisposti.
Per questo motivo, il dermatologo di solito raccomanda di utilizzare filtri solari ad ampio spettro tutto l’anno, preferibilmente con SPF 50, e di scegliere prodotti con attivi lenitivi e antiossidanti — come Escina, Esperidina, Rutina e Bioflavonoidi — che aiutano a stabilizzare la microcircolazione.
Integrare correttamente la fotoprotezione nella routine quotidiana è quindi una vera terapia di mantenimento: protegge dai raggi UV, controlla l’infiammazione e contribuisce al benessere a lungo termine delle pelli con rosacea.
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